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domenica 29 gennaio 2012

Tunisini spariti, c'è un testimone


SICILIA

Tunisini spariti, c'è un testimone
Una denuncia riaccende le polemiche sugli sbarchi del marzo 2010
DI ETTORE IACONO
PARMA. Tra le acque del Mediterraneo e la sabbia di Lampedusa, dal marzo 2010 si sono perse le tracce di centinaia di giovani tunisini. Un mistero ancora irrisolto che alimenta proteste e che ora sembra generare fantasmi. Qualcuno prova a soffiare sulle braci ancora ardenti della "primavera dei gelsomini", additando fra i responsabili delle sparizioni la Marina militare italiana. In una realtà tutt'altro che rasserenata e dagli equilibri ancora piuttosto labili, insinuare dubbi di questa natura potrebbe rivelarsi un pericoloso detonatore. E forse a qualcuno potrebbe far comodo continuare ad agitare le acque nel dopo Ben Alì. Ma sulla vicenda è stato presentato un dettagliato esposto alla Digos della Questura di Parma, in cui si fa riferimento a una nota che il Consolato tunisino di Palermo, con l'avallo dell'Ambasciata di Roma, avrebbe inviato al ministero degli Affari esteri di Tunisi. I viaggi dei barconi finiti sotto la lente d'ingrandimento sono quelli dell'1, del 14, del 22 e del 29 marzo 2010.
LA DENUNCIA. A far esplodere il caso, la testimonianza di un presunto sopravvissuto, Mohammed Elhadi, pubblicata in lingua araba dal giornale tunisino "Assabah". L'uomo sostiene che il 29 marzo scorso, a poche miglia da
Lampedusa, una delle unità navali della Marina avrebbe aperto il fuoco contro un barcone di disperati in navigazione verso le coste italiane



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