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sabato 21 gennaio 2012

IL TRAFFICO ILLECITO DELLE BARCHE SEQUESTRATI

La Vicenda del '' TAYSIR''

Nel seguente articolo citerò dei nomi fittizzi su espressa richiesta dei narrattori di questa storia.

Il racconto ha come protagonisti Ahmed Zitouni e Abdullah Ben Haj Selem, pescatori della città marinara di Teboulba, a Monastir


La scritta a spray CP 38/11 sul '' Taysir'' ( Bordeline europe)
Ci troviamo nel porto di Teboulba , uno dei porti di pesca più noti della Tunisia, punto di ritrovo per molti pescatori del luogo. Tra le migliaia di pescherecci ormeggiati , noto la presenza di un barcone di nome     ' TAYSIR'', nulla di strano fin qui se non per il fatto che nella paratie adiacenti la plancia e la prua campeggia una scritta al quanto familiare per chi visita spesso Lampedusa '' CP 38 /11 ( capitaneria di porto, 38ettesima 2011) chiedo ad Ahmed come mai un peschereccio ormeggiato in un porto tunisino abbia la scritta a spray che rilascia le autorità della guardia
costiera italiana ai barconi sequestrati. Egli  risponde
Il '' TAYSIR'' ormeggiato nel porto di Teboulba ( Bordeline europe
dichiarando che quel barcone parti da Zarzis  nel Febbraio scorso con a bordo 700 migranti diretti a Lampedusa, e che ritornò circa un mese fa dall'isola. Insisto nel porgergli le domande ed egli mi racconta un giro di denaro atto a fare ritornare barconi sequestrati ai legittimi proprietari in Tunisia .Mi rivela che un certo Taoufik Nouira, noto armatore di Monastir, è attualmente in contatto con un certo Moustafa Ben Kahla all'anagrafe Selem,abitante da anni a Lampedusa,spiegandomi che Taoufik Nouira tramite le sue conoscenze,facilita i contatti tra il Moustafa di Lampedusa e alcuni armatori tunisini,desiderosi di riappropriarsi delle imbarcazioni vendute nei mesi scorsi agli scafisti in partenza e sequestrate dalle autorità lampedusane all'arrivo.In cambio della restituzione del natante l'armatore di turno sborsa milioni di dinari a Moustafa, che secondo lui il seguente incasso serve a ricoprire le spese ''legali'' attuate per il rilascio del natante. Ahmed sospetta l'illegalità dell'operazione ricordando che normalmente quando si vuole ottenere il dissequestro di un mezzo, devi pagare solamente le spese per l'avvocato,con una tariffa che varia tra i 3 e i 5 milioni, e non 80 milioni di dinari, in euro quasi 40 mila ,prezzo sborsato per il '' TAYSIR'',il peschereccio sequestrato mesi fa a Lampedusa ed ora stranamente ormeggiato nel porto di Teboulba, Ahmed mi spiega come è nato il rapporto tra Taoufik Nouira e Moustafa Ben Kahla, mi racconta che Taoufik ebbe 2 mesi fa il fratello Fakr Dinne bloccato nel porto di Lampedusa in seguito all'intercertazione del suo peschereccio in acque italiane e che grazie alla mediazione di Moustafa fu subito rilasciato dalle autorità lampedusane, da allora Taoufik per sdebitarsi cerca e facilità i contatti tra i proprietari dei natanti bloccati a Lampedusa e Moustafa, tunisino originario di Teboulba e abitante a Lampedusa. In seguito Ahmed mi fa conoscere Abdullah Ben Haj Selem, colui che consegnò il denaro a Moustafa e accompagnò il proprietario del '' TAYSIR'' a Lampedusa. Abdullah mi racconta inoltre che due ore prima dell'arrivo a Lampedusa, il proprietario del '' TAYSIR'' in viaggio con lui,  lo avvisò dell'arrivo di un fax a Lampedusa contenente le caratteristiche del peschereccio di Abdullah e i dati anagrafici delle persone che verrano a riprendersi il ''TAYSIR'',affermando inoltre che non avvisò le autorità lampedusane del suo arrivo,procedura obbligatoria secondo il codice della navigazione che dev'essere attuata entro e non oltre le 12 miglia dalla acque territoriali,pena sanzioni e il conseguente sequestro del natante da parte delle autorità competenti,racconta del suo facile ingresso a Lampedusa, e racconta di aver visto il  '' TAYSIR'' ormeggiato nei pressi delle motovedette della guardia di finanza,dopo l'attracco Abdullah dichiara di aver consegnato 40 mila euro avvolti in un sacchetto a Moustafa e di essersi recato negli uffici della capitaneria di porto per sbrigare alcune pratiche,consistenti nel dichiarare le generalità del peschereccio appena arrivato e del suo equipaggio.  Lego il ''TAYSIR'' al suo peschereccio e lo trascinò al largo con a bordo il proprietario. Rimase sbalordito dell'impassibilità delle autorità italiane di fronte al rilascio di un peschereccio che non meno di 4 mesi fa superò senza autorizzazione le acque territoriali italiane con a bordo 700 anime commetendo un reato punibile dalla legge con il sequestro e la distruzione del natante,oltre all'arresto dei responsabili. Proprio oggi Ahmed ha dichiarato che un altro '' affare'' da 44 mila euro è in corso,affermando di aver incontrato proprio ieri Taoufik Nouira mentre conversava telefonicamente,sbandierando un documento con il simbolo della guardia di finanza inviatogli dal compare d'affari Moustafa.   
Barcone bloccato a Lampedusa ( Grazia Bucca)

Affari che a primo impatto sembrano svolgersi ''legalmente''ma se analizzate minuziosamente rivelano la loro natura illegale. 

Analizziamo brevemente alcuni punti: 


  • Come può un natante sequestrato in quanto oggetto del reato essere ceduto senza mezzi termini agli stessi proprietari che l'avevano venduta per fini criminali?                                                                                                                
  • Come mai le autorità lampedusane hanno lasciato Abdullah varcare le acque territoriali senza che costui li abbia avvisati prima delle dodici miglia,come prevede il codice della navigazione. 
  • Come mai le spese ''legali'' attuate da Moustafa costano 40 mila euro e non di meno?

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