Il mistero dei tunisini scomparsi a Lampedusa.i famigliari arrivano in Italia
(essea) “Immagina che i tuoi figli siano partiti e di non avere più loro notizie”. La donna tiene in mano le fotografie dei suoi ragazzi, le mostra a lungo alla telecamera nella speranza che qualcuno là fuori possa riconoscerli.
A dieci mesi dal loro sbarco, è ancora fitto il mistero sulla sorte di centinaia di giovani tunisini che, abbandonato il proprio paese in seguito alla rivoluzione del gennaio scorso, sono letteralmente spariti nel nulla.
L'ultimo avvistamento a Lampedusa, a marzo, dove sono stati ripresi dalle telecamere del Tg5. Ed è proprio dalla Sicilia che è partita la ricerca. In una conferenza stampa a Palermo una delegazione di familiari dei ragazzi ha lanciato un appello alle autorità italiane e tunisine affinché collaborino per ritrovare i loro figli.
Numerose famiglie attendono l'esito di questi cinque giorni di ricerca in Sicilia. “Nel corso delle indagini - rivela Laid Adel, rappresentante della comunità tunisina presso l'Arca – la delegazione delle famiglie ha avuto conferma che molti dei ragazzi scomparsi sono ancora vivi ma adesso bisogna capire che fine hanno fatto”.
A dieci mesi dal loro sbarco, è ancora fitto il mistero sulla sorte di centinaia di giovani tunisini che, abbandonato il proprio paese in seguito alla rivoluzione del gennaio scorso, sono letteralmente spariti nel nulla.
L'ultimo avvistamento a Lampedusa, a marzo, dove sono stati ripresi dalle telecamere del Tg5. Ed è proprio dalla Sicilia che è partita la ricerca. In una conferenza stampa a Palermo una delegazione di familiari dei ragazzi ha lanciato un appello alle autorità italiane e tunisine affinché collaborino per ritrovare i loro figli.
Numerose famiglie attendono l'esito di questi cinque giorni di ricerca in Sicilia. “Nel corso delle indagini - rivela Laid Adel, rappresentante della comunità tunisina presso l'Arca – la delegazione delle famiglie ha avuto conferma che molti dei ragazzi scomparsi sono ancora vivi ma adesso bisogna capire che fine hanno fatto”.
Se si trovano nei Cie, i ragazzi non sono in grado di contattare le famiglie. L'identificazione dei dispersi è resa difficile dal fatto che spesso gli immigrati clandestini non forniscono le proprie esatte generalità alla polizia italiana. In questo modo diventa più difficile rimpatriarli, ma anche scoprire che cosa è accaduto loro.
“Attendiamo adesso che si proceda all'identificazione tramite le impronte digitali" - dice Adel. Al compimento del diciottesimo anno di età infatti, ad ogni tunisino viene rilasciata una carta d'identità che prevede anche le impronte digitali. Tutti i ragazzi potrebbero essere rintracciati in questo modo. Si attende dunque che i dati vengano incrociati con i rilievi della polizia italiana al momento dello sbarco.
I familiari dei tunisini scomparsi però lamentano la scarsa collaborazione delle autorità che sembrano non trovare il problema rilevante o urgente. "I governi italiano e tunisino creino un coordinamento ad hoc - si legge nell'accorato appello diffuso dai genitori - per dare delle risposte precise alle famiglie che attendono da mesi notizie dei propri cari".
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http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/139572/mistero-tunisini-scomparsi-lampedusa-delelgazione-familiari-palermo-chiedere-verit.htm
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