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sabato 21 gennaio 2012

Speciale musica e harraga: Babour li jabni

Speciale musica e harraga: Babour li jabni


Lui si chiama Bilal Mouffok, ma in Algeria tutti lo conoscono come Cheb Bilal. Classe 1966, la sua è una delle voci della musica raï algerina. Tutto è iniziato con il conservatorio a Oran e i primi concerti ai matrimoni. Fino a quando, nel 1989, Bilal sbarca a Marsiglia e inizia a lavorare senza documenti come lavapiatti un un piccolo bar della città. Ed è a Marsiglia che scopre la sua anima raï e che inizia a farsi un nome tra la comunità algerina della città. Fino a quando, nel 1997, pubblica il suo primo album: "Babour li jabni", che in italiano suona come "Maledetta la barca che mi ha portato". La canzone diventa immediatamente un successo in Algeria come in Francia, e lo consacra come nuovo interprete della musica raï. Canta la disillusione di chi il viaggio l'ha già fatto, la nostalgia per il paese, e la tristezza della lontananza. Sentimenti comuni a migliaia diharraga arrivati in Europa e rimasti prigionieri dei propri sogni. Perché paradossalmente nella fortezza è più facile entrare che uscire. E una volta rimasti senza documenti, i giovani harraga possono passare anni interminabili prima di poter rivedere la propria terra, la propria famiglia e i propri amici. E in mezzo ci sono tutte le occasioni perse. Che sia la gioia di un matrimonio o il lutto di un funerale. E i legami importanti che finiscono per allentarsi a volte irreversibilmente. Perché una volta rimasti bloccati nella fortezza si scopre anche quello. Che i soldi non erano tutto. E che anche i sogni più belli a volte diventano incubi. Di seguito trovate il testo tradotto in italiano. Buon ascolto e buona lettura.

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