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sabato 14 gennaio 2012

Nave Costa naufraga13/01/2012

Nave Costa naufraga


Il dramma sul volto dei superstiti

PORTO SANTO STEFANO - Sono due turisti francesi e un peruviano, membro dell'equipaggio, i tre uomini morti nell'incidente della Costa Concordia davanti all'Isola del Giglio. I corpi si trovano all'obitorio di Orbetello e la Procura ha disposto l'autopsia. Secondo i primi esami medici sarebbero annegati.
E' di tre morti e 14 feriti il bilancio dell'incidente della nave da crociera Costa Concordia avvenuto questa notte al largo dell'isola del Giglio. Verifiche sono in corso sui dispersi soprattutto nella parte della nave che risulta sommersa dove sono all'opera squadre di sommozzatori per verificare se qualcuno sia rimasto intrappolato. Al momento sono una ventina di persone che mancano all'appello tra i 4.229 che erano a bordo.
La nave, che appare adagiata su un fianco appoggiata al fondale, presenta sulla fiancata sinistra uno squarcio lungo almeno 70 metri e un'inclinazione di oltre 80 gradi dalla parte opposta. Sullo scafo ci sono falle da entrambi i lati. E' quanto avrebbero accertato i Vigili del fuoco in un primo sopralluogo. In mare sono finite 100-150 persone recuperate dai soccorritori.
La Guardia costiera e' impegnata in due inchieste, una penale e una amministrativa, sull'incidente della nave Costa all'Isola del Giglio. Lo ha reso noto a Porto S. Stefano il responsabile delle
relazioni esterne del Comando generale, Filippo Marini, parlando con i giornalisti. ''Non sappiamo quali saranno i reati eventuali sotto il profilo penale - ha detto - aspettiamo le valutazioni della magistratura, ma intanto e' chiaro che sono state attivate subito le due inchieste''.
Molti gli interrogativi sull'incidente che secondo alcuni passeggeri sarebbe stato fuori rotta di alcune miglia.  La Costa Concordia stava seguendo una ''rotta sbagliata, non doveva trovarsi nel punto dove ha impattato lo scoglio'' ha risposto una fonte vicina all'inchiesta tecnica avviata per chiarire le cause dell'incidente. ''Se questo sia avvenuto per un errore umano, per un guasto ai dispositivi di bordo o per la concomitanza di entrambe le cause - ha detto la stessa fonte - dovra' essere accertato dalle indagini appena avviate''.

Secondo un esperto di navigazione che si trova nell'area dell'incidente e che ha sommariamente ispezionato da sottobordo la Costa Concordia ''non puo' esservi dubbio: la nave ha preso uno scoglio. Le indagini dovranno stabilire perche': puo' essersi trattato di errore umano o di avaria degli apparati elettronici''. Nello squarcio della nave infatti appare visibilmente incastrato un masso strappato, secondo una prima ricostruzione, da un gruppo di scogli denominato "le Scole" che si trovano a circa 500 metri alla destra del porto guardando la terraferma. Dopo il violento impatto chi era alla guida della nave avrebbe cercato di portare la nave verso fondali più bassi.
La nave con a bordo 4.229 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio era partita da Civitavecchia circa due ore e mezza prima dell'incidente: i passeggeri erano a cena quando si e' avvertito un forte boato e si sono succeduti diversi black out.
''E' stato un incubo, sembrava di essere sul Titanic, abbiamo veramente creduto di morire'' raccontano alcuni dei passeggeri che hanno lamentano l'inadeguatezza del personale a bordo della nave nell'assistenza ai soccorsi.
L'urto contro lo scoglio che ha squarciato la chiglia della Costa Concordia è avvenuto probabilmente alcune miglia prima dell'isola del Giglio. Lo apprende l'ANSA da fonti investigative. La nave, pur imbarcando acqua, ha proseguito la navigazione e solo successivamente ha invertito rotta puntando verso il porticciolo Giglio.
MINISTERO APRE INCHIESTA - Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in stretto raccordo con il comando generale della Capitaneria di Porto, ha avviato un'indagine ministeriale per accertare le dinamiche, le cause ed eventuali responsabilita' dell'affondamento della nave Costa Concordia. E' quanto rende noto una nota del Ministero.
 
La nave della Costa e' stata ''messa in sicurezza per evitare fuoruscite di sostanze inquinanti''. Lo assicura il ministero delle Infrastrutture: ''Il Comandante della Capitaneria di porto di Livorno ha messo in sicurezza la nave per evitare fuoruscite di sostanze inquinanti, anche attraverso il travaso del prodotto verso altre unita'''
INCIDENTE 'CONCORDIA' A PALERMO 4 ANNI FA - La Concordia della Costa Crociere, naufragata nell'isola di Giglio, è stata protagonista quattro anni fa di un incidente nel porto di Palermo. Era il 22 novembre del 2008, quando la nave mentre entrava in porto fu travolta da onde provocate dal maltempo che si era abbattuto sulla città. Durante le manovre, un urto provocò una ampio squarcio tra la prua e la fiancata destra dell'imbarcazione. Non ci furono conseguenze per i passeggeri e l'equipaggio.
LEGAMBIENTE, SVUOTARE SERBATOI CARBURANTE - Legambiente chiede che "siano messe in opera le operazioni di svuotamento dei grandi serbatoi del carburante" della Costa Concordia "per scongiurare anche la tragedia ambientale". Il naufragio all'Isola del Giglio, si afferma in una nota, "solleva nuovamente seri interrogativi sul traffico delle grandi navi, passeggeri e commerciali, nel Santuario dei mammiferi Marini Pelagos e nel mare protetto dell'Arcipelago Toscano. Legambiente - prosegue la nota - rivolge le sue condoglianze alle famiglie delle vittime di questa tragedia, che sembra inspiegabile dal punto di vista tecnico e della navigazione, ed è solidale con l'amministrazione comunale, la popolazione del Giglio e con tutte le persone che si trovano a far fronte a un grande problema. Allo stesso tempo, però, non può dimenticare di aver già sollevato negli anni passati seri dubbi sulla presenza di grandi navi da crociera molto vicine alle coste, come documentato più volte per Giannutri, e di aver segnalato, anche insieme ad amministrazioni locali come quella di Campo nell'Elba, la necessità di allontanare le rotte delle grandi navi e di quelle con carichi pericolosi dalle isole dell'Arcipelago Toscano e soprattutto dai tratti di mare più a rischio o vicino alle aree protette".

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